Rebecca Solnit

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Rebecca Solnit

Rebecca Solnit (Bridgeport, 24 giugno 1961) è una scrittrice, giornalista, attivista e blogger statunitense. Le sue opere spaziano tra vari argomenti, tra cui l'ambiente, la politica, l'arte ed esperienze di viaggio[1]. Solnit scrive per la rubrica bimestrale "Easy Chair" della rivista Harper's Magazine. Sorella di David Solnit artista e famoso attivista tra i promotori delle proteste di Seattle per la conferenza OMC del 1999.

Solnit nacque a Bridgeport, Connecticut, da padre ebreo e madre cattolica irlandese[2]. La sua famiglia si trasferì nel 1966 a Novato, in California, luogo dove passò l'infanzia. Solnit ha dichiarato di essere stata maltrattata da bambina[3]. Saltò completamente il liceo, iscrivendosi invece a una scuola superiore alternativa pubblica, che le fornì l'istruzione necessaria per passare il GED. S'iscrisse quindi a un junior college. All'età di 17 anni andò a studiare a Parigi. Tornò poi in California per terminare l'istruzione universitaria presso la San Francisco State University[4]. Nel 1984 conseguì la laurea magistrale in giornalismo presso l'Università della California - Berkeley, e lavora come scrittrice indipendente dal 1988[5].

Solnit ha sostenuto campagne ambientaliste e per i diritti umani a partire dagli anni 1980, collaborando in particolare con il Western Shoshone Defense Project nei primi anni 1990, come descritto nel suo libro Savage Dreams, e con attivisti pacifisti durante il governo Bush[6]. Ha parlato del suo interesse per il cambiamento climatico e per le attività di 350.org e del Sierra Club, nonché nei diritti delle donne, e in particolare la violenza contro le donne[7].

Gli scritti di Solnit sono apparsi in numerosi pubblicazioni stampate e in rete, tra cui The Guardian e Harper's Magazine, per il quale è stata la prima donna a scrivere regolarmente la rubrica "Easy Chair", fondata nel 1851. Pubblica inoltre con regolarità sul blog di argomento politico TomDispatch e su LitHub[8][9].

Solnit è anche autrice di diciassette libri, nonché saggi pubblicati su numerosi cataloghi di musei e antologie. Il suo libro del 2009 A Paradise Built in Hell: The Extraordinary Communities that Arise in Disaster ha avuto inizio sotto forma di un saggio chiamato The Uses of Disaster: Notes on Bad Weather and Good Government, pubblicato da Harper's Magazine il giorno in cui l'uragano Katrina ha investito la costa del Golfo degli Stati Uniti. È stato in parte ispirato al terremoto di Loma Prieta del 1989, che Solnit ha descritto come «un'occasione notevole… un momento in cui la vita quotidiana s'è interrotta e la gente s'è guardata attorno e accovacciata». In una conversazione con la produttrice Astra Taylor della rivista BOMB, Solnit ha così riassunto il tema radicale di A Paradise Built in Hell: «Ciò che accade in occasione dei disastri dimostra tutto quello che un anarchista abbia mai voluto credere sul trionfo della società civile e sul fallimento dell'autorità istituzionale»[6].

Nel 2014 Haymarket Books ha pubblicato Gli uomini mi spiegano le cose (Men Explain Things to Me)[10], una collezione di saggi brevi scritti da Solnit riguardo a episodi di mansplaining, un termine che è stato utilizzato per descrivere una modalità di linguaggio paternalistica, tipicamente quando adottata dagli uomini nei confronti delle donne[11][12][13]. Benché Solnit non abbia inventato il termine, le viene generalmente accreditata l'articolazione del concetto[14][15].

Saggi e articoli

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ (EN) Peter Terzian, Room to Roam, su cjr.org, Columbia Journalism Review, Luglio-agosto 2007. URL consultato il 9 luglio 2017.
  2. ^ (EN) Susanna Rustin, Rebecca Solnit: a life in writing, in The Guardian, 29 maggio 2013.
  3. ^ (EN) Caitlin D., Why Can't I Be You: Rebecca Solnit, in Rookie, 4 settembre 2014.
  4. ^ (EN) Heidi Benson, Move Over, Joan Didion / Make room for Rebecca Solnit, California's newest cultural historian, in SFGate.com, 13 giugno 2004. URL consultato il 9 luglio 2017.
  5. ^ (EN) Rebecca Solnit, su tupress.org, Trinity University Press, 2014. URL consultato il 9 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2018).
  6. ^ a b Astra Taylor, Rebecca Solnit, in BOMB Magazine, Autunno 2009. URL consultato il 9 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 2 settembre 2009).
  7. ^ Filmato audio San Francisco, the island within an island, Generation Anthropocene, 9 agosto 2013. URL consultato il 9 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2017).
  8. ^ TomDispatch author page, su TomDispatch. URL consultato il 9 luglio 2017.
  9. ^ LitHub author page, su LitHub, Electric Literature. URL consultato il 9 luglio 2017.
  10. ^ Men Explain Things To Me, su haymarketbooks.org, Haymarket Books. URL consultato il 9 luglio 2017.
  11. ^ Jessica Valenti, Mansplaining, explained: 'Just ask an expert. Who is not a lady', su theguardian.com, The Guardian, 6 giugno 2014. URL consultato il 9 luglio 2017.
  12. ^ Helen Lewis, The Essay That Launched the Term "Mansplaining", su newrepublic.com, The New Republic, 4 giugno 2014. URL consultato il 9 luglio 2017.
  13. ^ (EN) Anna Robinson, The Art of Mansplaining, in The Nation Institute. URL consultato il 9 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2017).
  14. ^ (EN) Rebecca Solnit, Why "Mansplaining" Is Still a Problem, su AlterNet. URL consultato il 9 luglio 2017.
  15. ^ (EN) Lily Rothman, A Cultural History of Mansplaining, in The Atlantic, 1º novembre 2012. URL consultato il 9 luglio 2013.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN41972193 · ISNI (EN0000 0000 8376 1710 · Europeana agent/base/99559 · LCCN (ENn90641872 · GND (DE130380601 · BNE (ESXX5645673 (data) · BNF (FRcb12962264h (data) · J9U (ENHE987007268092105171 · NDL (ENJA01014816